Trudeau, una sfida ambiziosa oltre gli abbracci ed i sorrisi
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” I motivi per rafforzare la vicinanza e una partnership strategica con il Canada appaiono oggi però ancora più urgenti alla luce delle politiche perseguite dalle superpotenze Stati Uniti e Russia in primis: rigetto del multilateralismo, rincorsa a nuovi armamenti (sorprendente Trche quasi nessuno abbia commentato gli accordi di Trump per 110 miliardi di dollari con l’Arabia Saudita in larga misura destinati a spese militari), protezionismo commerciale (rigetto dei trattati NAFTA e TTP, blocco dei negoziati TTIP con l’Unione Europea) costruzione di muri fisici o giuridici verso i flussi migratori.
Da questo punto di vista la politica di Trudeau, che non ha esitato a presentarsi personalmente ad accogliere i migranti siriani, dimostra che è possibile un approccio diverso e più lungimirante rispetto ad una delle grandi sfide sistemiche che ci attendono. “Non basta chiudersi in se stessi e sperare che il problema non appaia sulle nostre coste” ha dichiarato recentemente. “Dobbiamo far sì che i migranti non pensino che l’unica opzione per loro e i loro figli sia quella di affrontare rischi terribili e lasciare il loro paese”.
Le strategie a sostegno dello sviluppo dei paesi d’origine della migrazione non sono semplice buonismo come vengono caricaturalmente dipinte dai loro detrattori, ma politiche attive e lungimiranti dalle quali cercare soluzioni win-win cioè soluzioni con reciproci vantaggi. Ciò senza mai dimenticare che società multiculturali, come quella che si sta realizzando in Canada, sono società più resilienti, cioè società dove sono maggiori le capacità di vedere i problemi da prospettive differenti e dunque di trovare soluzioni più durature ed efficaci ai grandi problemi e alle grandi sfide del nostro tempo. Perché in ultima analisi il grande compito che oggi si pone ai leader progressisti come Trudeau, Macron e Renzi è quello di aiutare la gente che si sente esclusa dal progresso. La parola progresso a molti di loro incute timore, sfiducia, rischio di essere tagliati fuori dal futuro, minaccia di essere superati e resi inutili da nuove tecnologie, nuovi attori geo-politici, nuove complessità per le quali non sono preparati e dai quali bisogna dunque difendersi.”
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