Questo il mio intervento in Aula al Senato a nome dei Senatori del Partito Democratico per esprimere il voto favorevole alla risoluzione Zanda in vista del Consiglio Europeo del prossimo 29 aprile 2017 a quale parteciperà il Presidente Gentiloni per l’avvio del processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
“Signor Presidente, a conclusione di questo dibattito, rispetto al quale il Gruppo del Partito democratico dichiara di condividere pienamente le comunicazioni del Presidente del Consiglio Gentiloni, vorrei evidenziare alcuni punti concreti che dovrebbero essere tenuti in considerazione dal Governo, rammaricandomi però che il dibattito abbia offerto, anziché un’occasione di confronto sul futuro dell’Unione europea, più spunti di natura polemica, in certi casi ovvietà e anche – ahimè – alcune volgarità.
Primo punto: l’uscita del Regno Unito presenta alcune opportunità ma anche delle sfide. Bisogna evitare, ad esempio, che l’Unione europea veda rafforzata la propria tradizione burocratica, perché il Regno Unito ne aveva efficacemente combattuto la dimensione burocratica e l’eccesso di legislazione. Credo che ciò debba essere tenuto presente nel momento in cui vogliamo costruire un’Unione europea più vicina ai cittadini. Da questo punto di vista perdiamo un contributo importante da parte dei nostri amici anglosassoni.
Secondo punto: è importante che la riduzione del bilancio, che conseguirà al mancato pagamento della quota da parte del Regno Unito, indebolisca eccessivamente la struttura finanziaria dell’Unione europea. Sappiamo che il Regno Unito aveva sempre combattuto una battaglia per pagare meno di quanto sarebbe stato proporzionalmente dovuto da parte di uno Stato membro della sua forza economica e demografica, ma oggi questi contributi sono diminuiti e dovremo quindi vigilare affinché l’Unione possa dotarsi di risorse adeguate per il conseguimento degli obiettivi ambiziosi che invece deve porsi.
Terzo punto: è opportuno cogliere questa occasione per procedere a un’armonizzazione fiscale dei sistemi dell’Unione europea, un tema rispetto al quale il Regno Unito si era sempre opposto. Abbiamo invece bisogno che non ci sia dumping fiscale all’interno dell’Unione e anche che vengano cancellati in maniera definitiva i paradisi fiscali; pertanto è assolutamente necessario che anche il Regno Unito non si trasformi in un enorme paradiso fiscale, che alle porte dell’Unione europea costituirebbe per noi una grave minaccia. Pertanto, nelle negoziazioni con il Governo di sua maestà sarà necessario che questo punto venga tenuto particolarmente sotto osservazione.
Bisogna poi cogliere questa opportunità perché si rafforzi una politica a favore delle fonti energetiche alternative. Il Regno Unito aveva spesso spinto perché ci fosse un’apertura verso le fonti nucleari e verso le fonti alternative come lo shale gas, ma con il venir meno della presenza britannica dobbiamo invece favorire l’idea che l’Unione europea concentri la propria attenzione verso la valorizzazione delle fonti energetiche alternative verdi, pulite.
Con l’assenza del Regno Unito, viene poi meno un fiero avversario della zona euro e oggi noi abbiamo invece la necessità di rafforzare l’Unione europea, per esempio con la costituzione di un’unione bancaria europea e di un bilancio dell’eurozona. Molti dei limiti dell’azione dell’eurozona sono dovuti proprio al fatto che ci siamo fermati in mezzo al guado; oggi viene meno uno dei suoi principali oppositori, pertanto è opportuno cogliere questa opportunità per andare avanti, attraversare il fiume e andare verso una più forte integrazione economica e finanziaria degli Stati membri.
Bisogna poi rafforzare la tutela unitaria del copyright e portare in Italia una sede del Tribunale unificato dei brevetti, da cui l’Italia si era incredibilmente ritirata quando è stato costituito. Ciò va a tutelare maggiormente il patrimonio intellettuale delle piccole e medie imprese che oggi rappresentano una ricchezza fondamentale del nostro Paese. È dunque necessario che sul tema del copyright, un altro dei temi su cui il Regno Unito aveva puntato i piedi, ci sia un avanzamento.
Occorre altresì integrare il sistema europeo di difesa. Due o tre anni fa avevamo avuto un grande dibattito che si era arenato proprio per effetto delle resistenze e delle perplessità britanniche; oggi, proprio con il venir meno del sostegno dell’amministrazione Trump al finanziamento della NATO, questa è un’occasione da cogliere per sviluppare un sistema comune di difesa.
In ultimo, occorre sviluppare una più forte cooperazione sui temi sociali. Credo che il nostro Gruppo parlamentare abbia particolarmente a cuore il fatto che ci sia una disciplina comune europea in materia di condizioni di lavoro e sui temi della protezione sociale, perché sono questioni complementari alla realizzazione di un mercato unico ed è quindi l’occasione per far sì che l’Unione europea diventi non soltanto un progetto incompiuto, ma un qualcosa che anche su questi temi possa sviluppare una posizione comune, una reale integrazione.
Ciò detto, concludo ribadendo il parere positivo alla proposta di risoluzione a prima firma del senatore Zanda, che ben argomenta e articola tutta la posizione del nostro Gruppo parlamentare sui temi europei; una posizione di profondo convincimento sulla necessità di far avanzare l’Unione europea e quindi di cogliere questa occasione come l’opportunità di realizzare un progetto fino ad oggi solo parzialmente compiuto.”