A COME CORAGGIO
Molti sono i nomi del coraggio. Ritorno sul mio banco di scolaro e leggo ad alta voce l’alfabeto.
A. Innanzitutto A come Agire, guarire dalla paralisi del dubbio, del bozzolo dei rosicamenti mentali, dei giorni della pigrizia, del sonno della ragione, della banalità del male. A come Avanzare, Andare, Amare, Ardire, Ardere, Avventura….
B come Bene. Cercare, desiderare, costruire il Bene degli altri, Volere Bene (anche quando ti trovi di fronte all’astio e al rancore). Benedire (anche se ti sputano addosso e ti agitano contro i pugni). Beatificare (con il sorriso la vita di tutti i giorni). Ballare sotto la pioggia, Brindare ad un figlio che nasce, Bussare ad una porta da troppo tempo chiusa.
C come Curare, Cercare le ragioni profonde di chi non la pensa come noi, Combattere la malattia e non il malato, sentirsi responsabile e avere Cura del mondo, sentire che anche se è solo un piccolo alito quello che può uscire dai nostri polmoni esso contribuisce ad alimentare il grande spirito che dà anima all’umanità. C come Calma, procedere a testa alta quando tutti sono nel panico, guardare in faccia il tuo destino mantenendo la serenità dell’animo. C come Collera verso l’ingiustizia e la mistificazione, C come i Corsari che solcano i mari sui loro brigantini. C come Ciliegia, il Colore delle tue labbra quando ho avuto il coraggio di darti il mio primo bacio. C come Calvario, lo dovette salire sotto i colpi di frusta più di 200 anni fa il buon Gesù ma ancora oggi tanti poveri Cristi che stanno nelle corsie degli ospedali e nei raggi delle prigioni.
D come Dono, Dare tutto se stessi. D come Domandare, alzare la mano, non restare passivi, intervenire quando tutti tacciano, protestare quando tutti acconsentono. D come Drizzare le orecchie, stare attenti, non farsi cogliere alla sprovvista, rimanere vigili resistere alla tentazione di addormentarsi, di mandare tutto in vacca, di rinunciare perchè è difficile, di lasciare che siano gli altri a fare la fatica e a sporcarsi le mani.
E come Esigere, pretendere tanto, tutto, innanzitutto da noi stessi. E come Erigersi, alzarsi a difesa di chi non ha difese, proteggere il debole, sfidare il forte, soprattutto se è un prepotente, se ti guarda dall’alto al basso e ti sorride con disprezzo. E come Energia, non darsi mai per vinti, cadere 99 e rialzarsi 100, Elevare il mondo Elevando se stessi.
F come Fantasia, capacità di guardare al mondo da un punto di vista diverso, cogliere la soluzione imprevista, osservare le cose non per come sono ma per come potranno essere, F come bruco che diventerà Farfalla, come tristezza che diventerà Felicità, come legna che sarà Fuoco, come timore che diventerà Fiducia.
G come Giordano Bruno che andò incontro alla morte arso vivo, in Campo dei Fiori a Roma dove c’è una statua cupa che ammonisce sulla malvagità degli uomini, non accettò di ritrattare le sue idee innovatrici e giganteggia nella storia davanti alla meschinità dei suoi persecutori. G come Gratuità, spendersi senza nulla chiedere in cambio. G come Giocare, che a volte o forse sempre ci vuol l’audacia di vivere la vita come un Grande Gioco in cui ogni cosa è importante ma nulla mai è una tragedia.
H come saper dire: “non ci ho capito un’acca”, riconoscere lealmente di avere sbagliato senza nascondersi dietro ad inutili alibi e paraventi. Lo so non è facile, ma c’è più nobiltà e coraggio nel riconoscere una sconfitta che nel simulare una vittoria che in realtà non ci appartiene.
I come Inizio, l’Inizio del nuovo giorno, l’Inizio dell’anno scolastico, di una nuova avventura, di un nuovo libro, di un nuovo progetto, di una nuova vita. I come Ideali, i valori in cui crediamo, come i principi a cui non deroghiamo per quanto grande possa essere la convenienza che ci può tentare. I come Impegno, sentire che tutti noi siamo chiamati a dare il nostro contributo e che ciascuno può fare la differenza. I come Innamoramento, la forza più grande della natura, quando siamo Innamorati possiamo dare cento calci all’Im-possibile.
L come Lotta, come quella che fece Giacobbe contro l’Angelo: se le diedero sacrosante tutta la notte e la mattina si riconobbero e si benedirono l’un l’altro. Nella tenebra della nostra notte, nella fatica dei nostri giorni, di fronte a ciò che non riusciamo a comprendere, anche se ci ribelliamo all’Angelo di Dio e gli gridiamo in faccia la nostra rabbia e la nostra atroce solitudine, sussurriamo o persino farfugliamo: Libera nos Domine, Liberaci dal male e dalla paura (che poi quest’ultima è spesso causa della prima). L come Libertà, come Lotta e Liberazione e poi ancora Libertà.
M come marcia, strada, cammino, sentiero, pista. Zaino che pesa sulle spalle, borraccia semivuota, da condividere con gli altri. Mani da stringere, sguardi da incrociare, lacrime da asciugare. Mille miglia percorse per giungere fino a te, per dirti che so di avere sbagliato ma che vorrei ricominciare, se tu solo potessi perdonarmi. Mi fa fatica chiedertelo, forse fatica a te concedermelo ma se vogliamo andare avanti è solo insieme che lo potremo fare.
N come NO, come la voglia e la forza di ribellarsi, di dire: no, non ci sto. Non importano le conseguenze, non importa se pagherò un prezzo, la mia coscienza mi impone di non essere servo, né lacché né buffone di corte. Vorrei che il mio, il tuo, il nostro No fosse come quello che scrissero nelle loro lettere i partigiani condannati a morte, come quello dei martiri braccati nelle catacombe, come quello di Gavroche sulle barricate tra i Miserabili di Victor Hugo. Perchè è un NO dal cuore grande, generoso, che porta gravido dentro di sé le mille albe colorate di giorno nuovo e migliore in cui saremo liberi abbastanza da poter pronunciare uno splendido SI.
O come Osare, Oltrepassare; O come Oriente, l’Orizzonte lontano che mise alla prova la smisurata curiosità e voglia di conquista di Alessandro Magno che tentò di arrivare sin dove finiva il mondo ma non vi riuscì e decise di tornare indietro, O come Oriente il Regno lontano verso cui si incamminò Marco Polo, raggiunse Kublai Khan e scorse Cipango (che noi oggi chiamiamo Giappone) che altre terre più in là non erano conosciute, O come Oceano che fu varcato da Cristoforo Colombo che aveva nel cuore di raggiungere l’Oriente per la via di Occidente, una strada nuova mai tentata ma che ci insegna che c’è sempre un modo diverso e coraggioso di poter immaginare (e realizzare) ciò che abbiamo nella mente e nel cuore.
P come Politica, l’arte di occuparsi delle cose e dei beni comuni, tante volte usata a fini personali, bistrattata, disprezzata eppure così necessaria alla vita di una collettività. Sostenere che tutte le Politiche sono uguali, che tutti i Politici sono la stessa cosa significa darla vinta ai farabutti e agi opportunisti, dare un colpo sotto la cintura a chi si impegna quotidianamente per dare vita, gambe, idee e azioni alla speranza di migliorare almeno un po’ il mondo nel quale ci troviamo. P come Persona che poi è il vero orizzonte verso il quale ci muoviamo, lo scopo , il fine ultimo di tante battaglie nel combattere le quali dobbiamo non dobbiamo mai dimenticare che l’uomo e la donna sono un fine e non un mezzo.
Q come Quaresima, un tempo di deserto e di digiuno, spogliarsi di tutto ciò che è ridondante, sovrabbondante, le scorie di una vita senza capo ne coda, che poco a poco avvelena le nostre sorgenti di acqua chiara, che come una discarica avvelena il nostro desiderio di genuinità e di purezza. Q come Qui e ora, cioè il tempo e il luogo dove è necessario dimostrare il nostro coraggio. Non si può rinviare a domani, è già adesso, nel momento e nel punto dove siete seduti a leggere queste righe che si deve cominciare.
R come Rabbia, Rivolta, Ribellione, Resistenza. Se il nostro Paese può sedere a testa alta nel consesso delle Nazioni è grazie a pochi uomini che seppero Restare in piedi quando tutti si inginocchiavano, Reagire quando tutti si compiangevano, Ricostruire quando altri distruggevano. Fra di essi un gruppo di Aquile Randagie che portarono con dignità il fazzolettone scout a rischio di bastonate e magari anche una pallottola. Al loro esempio si ispira la branca Rover Scolte, contraddistinta dal rosso, il colore del cuore e del coraggio.
S come Servire, lo Stile che ci contraddistingue, la Scelta che ci qualifica come persone che anziché depredare la Terra, fanno del loro meglio per essere utili agli altri, uomini e donne che Sorridono anche quando si avrebbe desiderio di piangere. S come Solidarietà, la capacità di creare dei legami autentici e profondi tra gli esseri umani, a prescindere dalla loro razza, condizione economica, nazionalità. S come Sentire la tristezza del ramo che si secca (è un verso del poeta turco Nazim Hikmet), siamo parte del mondo, non possiamo che vivere, patire e gioire con esso.
T come Tremare, può accadere nella Grande Tentazione, e al tempo stesso T come Tenere, non lasciarsi andare, non darsela a gambe e neppure farsi cadere le braccia. Senza Timore non vi è neppure il coraggio ed invece è proprio la capacità di resistere quando il gioco si fa difficile e la scappatoia del disertare si fa più seducente che si dimostra il valore delle persone, la qualità dello spirito, la nobiltà del cuore.
U come Urgenza, quella che dobbiamo sentire nella radice profonda di noi stessi davanti all’indifferenza, all’apatia, al disinteresse di coloro che ben sopportano i mali altrui purchè ciò non venga a disturbare la loro tranquillità. Ci vuole spesso più coraggio a destare dal torpore gli ignavi che ad affrontare i campo aperto coloro che ci si oppongono.
V come Vivere, avere il gusto di respirare l’aria bella del mattino, scoprire con rinnovata sorpresa le gemme degli alberi del parco a primavera, provare piacere nell’osservare lo scatto felino del gatto, il battito delle tue ciglia, il cuore che batte di mio figlio. V come Velocità, l’orizzonte che si avvicina e sfreccia dietro agli occhi, V come Verità, il desiderio di scoprirla e conoscerla anche se fanno di tutto per nascondercela. V come Volontà, determinazione di arrivare fino in fondo, in cima alla salita, per quanto faticosa e storta e sassosa possa essere la strada.
Z come Zac! Il segno di spada che Zorro segna sulla pancia del tenente Garcia. Il gusto di vincere senza ferire, di mantenere saldo verso tutto e tutti buon cuore e allegria. Z come la lettera che chiude l’alfabeto, si serra il cerchio, è già tempo di ricominciare.
E ora che abbiamo le lettere spetta a ciascuna di noi comporre le parole, le frasi, il racconto della nostra vita. Che sia piena di speranza, audacia, amore e coraggio.